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Un semplice diario di viaggio, per crescere. Passi di un cammino che vuole felicità e salvezza.

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giovedì 25 febbraio 2010

Risposta, e premessa, al Padre Nostro




Figli miei,
Siete la mia vita e la mia libertà,
no lo vedete ma io so e conosco
i vostri nomi e i movimenti interiori,
speranze e afflizioni, di ognuno di voi
che abitate ogni parte del nostro mondo.
Vorrei venirvi incontro,
in bisognoso abbraccio,
ma più di questo desidero
guadagnare da voi vera accoglienza
e la vostra fiducia, totalmente gratuita.
Coltivate il pane, curate ogni bene
della mia terra, che è per voi.
Perché io ho a cuore
la vostra vita e la vostra libertà
salve da ciò che le nega ed è il Male.
Io da sempre e per sempre v'attendo
uniti nella mia Pace senza tempo.
Eccomi: venite allora, vi prego,
l'uno insieme all'altro.
Ecco la mia strada, quella è la mia porta:
la Chiave è già con voi, nelle vostre mani.

***

2 commenti:

Anonimo ha detto...

e' tanto tanto bello. Perche' viene da una persona bella (che sei tu).

Pero' a me lo deve dire Lui.

Non biasimiamo troppo Tommaso. Io mi sento come lui e bisogna capire i suoi perche'. Che io credo (magari sbagliando) di intuire.

Persone come Tommaso (il didimo) e come me, VOGLIONO che sia tutto vero, non c'e' spazio per i dubbi in un desiderio da realizzare ad ogni costo.

Tommaso non voleva confutare i propri fratelli, ma vedere. Non voleva credere, ma SAPERE. Il vero fedele (per me), non e' colui che crede ma colui che sa.

Io voglio essere un fedele autentico, come Tommaso.
Ti abbraccio, sei sempre il benvenuto, mi arricchisci il blog quando ci sei.
:)

red (marco)

andrea.pontalti ha detto...

L'esempio di Tommaso che hai portato, Marco, è stato per me illuminante.

Ecco che lui, per riprendere l'ultimo verso del post, usa le sue mani per arrivare dove il suo cervello non ha potuto. Lui crede, lui sa, con le mani.

Dio stesso gli chiede di mettere il dito nel suo dolore. La piaga sta lì a testimoniare che la vita eterna passa attraverso la trasformazione vittoriosa della sofferenza, del male. Perché l'Amore di Dio trasforma il nulla in eternità, così come una pianta trasforma la morte putrescente in vita.

Io lo so, Marco, che tu hai già messo anche più di un dito nella dolore, che è tuo ma anche di Dio. Ma già puoi vedere come si è trasformato questo dolore, cosa ha prodotto grazie all'amore, l'hai scritto tu: Silenas vive, ha aperto le ali. Sono convinto che queste piccole cose umane (l'associazione ma anche, e quello che hai scritto sul blog) siano echi e riflessi di qualcosa di più grande che esiste già, adesso, per te e per Fulvio.

Che questo possa essere il segno che cerchi?

Ti chiedo scusa se con queste parole ti ho fatto male, non era quella l'intenzione. Piuttosto era di condividere il bene che io sento, come uno che nel deserto trova acqua così fresca e buona che non può non volerla condividere (*).

Cordialmente.

(*) Non nel senso di "darla a bere" :)

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