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Un semplice diario di viaggio, per crescere. Passi di un cammino che vuole felicità e salvezza.

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venerdì 3 ottobre 2008

Nel dubbio, ragiono pesante o leggero?

Incredulità di San Tommaso
Michelangelo Merisi da Caravaggio

Lui mi prese la mano e toccai carne viva.
Aggrottai la fronte quando il mio dito arrivò
dove il mio cervello non avrebbe mai potuto,
ed entrando penetrai il Mistero.


***

1. Strumenti per giudicare il vero e il falso
Da quando ho iniziato a scegliere da me, ricordo di esser sempre stato un convinto sostenitore del metodo scettico: il dubbio inteso come strumento per corroborare le proprie assunzioni esistenziali. Ritengo che tutto possa essere sottoposto più volte nella vita alla domanda di verità, giacché essa rende l'uomo più libero e da ciò non può venire alcun male per lui. Anche questioni precedentemente affrontate possono essere riprese e verificate, eventualmente giudicate diversamente. Il dubbio può risolversi con il giudizio o con l'astensione. Quest'ultima è sempre una sconfitta per l'uomo, a volte inevitabile, segno della sua limitatezza. Il punto cruciale sta invece nella scelta degli strumenti di giudizio. In molti casi la ragione può portare, anche con lunghi e difficile percorsi, ad un risultato sicuro, automatico. Altre volte invece essa non può portare da nessuna parte, tuttavia non sempre siamo consapevoli di ciò. La logica razionale non è il miglior strumento che l'uomo ha a disposizione, quantomeno non l'unico. Quando l'uomo non si accorge dei limiti della ragione, la sua scelta esclusiva lo può portare a una condanna peggiore dell'astensione di giudizio, ovvero una menzogna tanto clamorosa quanto non percepita. Esiste anche l'intuizione esistenziale, prodotta da una specie di intelligenza occulta nell'uomo di cui si conoscono solamente i verdetti ma non i percorsi, un'arma più potente (quando vera) e pericolosa (quando falsa) con cui l'uomo può affrontare la ricerca della verità. Con la ragione egli cammina, con l'intuizione può volare. Ma oggi nella ricerca della verità quest'ultima è svalutata.

2. L'uomo tecnologico si affida solo alle sue ragioni
Il tecnologismo, ovvero il fornire ai bisogni e alle domande dell'uomo solo risposte tecnologiche che appaiono nell'immediato adeguate, ottime, stupefacenti, porta allo scientismo e al materialismo. Non tutte quelle necessità possono essere materialmente soddisfatte. Non si può inserire un cubo in un buco tondo: il fatto di poter tappare oggi moltissimi dei nostri buchi quadrati ci confonde. Ma il Benessere non può essere solo quello materiale e l'uomo prima sta male, poi si perde per sempre. Dato infatti che la Tecnologia è il risvolto pratico della Scienza, la quale procede solo tramite la logica razionale (in verità gli scienziati spesso raggiungono con la ragione posti che hanno prima visitato con l'intuizione), allora va da sé che l'unica via di giudizio conveniente nel risolvere il dubbio è il superbo razionalismo scientifico. Il risultato è che l'uomo moderno vuole ancora cogliere il frutto...

3. Che fai tu, piccolo-uomo?
Amo la Scienza, lo dice anche il mio percorso di studi, e sono spesso sedotto dal ragionare a tutto campo. Ma quando nel dubbio anche la ragione non ha sponde su cui appoggiarsi, che bisogna fare? Tornare bambini affidando ad altri la propria esistenza mi pare un insulto al libero arbitrio tanto quanto l'astensione di giudizio. Forse ho bisogno non di una fiducia già depositata presso altri a prescindere (quindi non realmente data) perché altro non può essere, come è quella dei fanciulli, ma di un credito assicurato da quella fremente intuizione esistenziale che dà anche la Speranza della Verità. È una scommessa meditata su un misterioso sesto senso, di dignità pari alla ragione perché anch'esso innato nell'uomo: ci sono verità che non si possono dimostrare ma che si possono sentire. L'esempio è la giovane Maria, che visitata dall'Angelo giudica vero il Lieto Annuncio e acconsente per tutta la vita al Mistero, meditandolo senza ragionarlo. Un'umiltà della ragione che infine anche il Tommaso di Caravaggio impara, rinunciando all'indipendenza e lasciandosi condurre la mano, perché la Verità viene a prendere chi ha almeno il cuore disposto ad accoglierla. Mi dico allora: "Fai attenzione, piccolo-uomo: il tuo ragionamento esistenziale può essere pesante o leggero, la tua testa può essere un palloncino che vola in alto nel cielo o un'infelice palla al piede". Perché già mi è capitato più volte di fare il San Tommaso.

***

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto interessante il post. Condivido questo modo di fare ricerca e di limitare la "presunzione" della ragione lasciando sempre una porta aperta al mistero.

Saluti

andrea.pontalti ha detto...

Già, nabladue, fa bene a dire presunzione della ragione.
Continuando per mio conto nella riflessione di questo post sulla incredulità degli esseri pensanti, mi sono imbattuto in un altro esempio, che non conoscevo, circa il binomio presunzione-ragione. Paolo di Tarso, fine filosofo, nella patria della filosofia non ha avuto fortuna (Discorso all'Aeropago - Atti 17, 32): "Quando sentirono parlare di risurrezione di morti,
alcuni lo deridevano, altri dissero: «Ti sentiremo su questo un'altra volta»."


Ora anche sostituendo l'argomento del cristianesimo (sennò sembra che non sappia parlar d'altro) con qualsivoglia tema che solamente propone sue verità "misteriose", ad esempio l'astrologia oppure la medicina alternativa, qual'è l'atteggiamento più probabile degli intellettuali? La sufficienza.

Io stesso per esempio davanti all'omeopatia sento montare in me come un fastidio. Mi rendo conto però che di questa disciplina non so niente.

Il rumore dei pensieri che girano in testa all'uomo pensante è talvolta talmente forte che egli non è più capace di ascoltare nessun altro che sé stesso.

Grazie, saluti

andrea.pontalti ha detto...

PS: Ma la sufficienza (sive superbia) è un atteggiamento davvero intelligente?

Upi ha detto...

Post molto interessante caro Upu. Io direi che l'intuizione ti fa rischiare l'esperienza e che l'esperienza (le molteplici, ripetute, esperienze) sono a disposizione naturale della valutazione della ragione per formulare un giudizio. Vale per Cristo e vale per tantissime cose della nostra vita su cui non ci arrischieremmo mai di provare facendo semplicemente analisi logica.
Ma fa paura e a volte l'astensione è più facile per tutti e anche per noi.

PS: Grazie del link, avevo spulciato anche io. Ma ho poca testa questo periodo e non ho avuto modo di capirci granchè. Mi servirebbe una segretaria..
Il che è comico, visto che io arrotondo facendola! ;-)

andrea.pontalti ha detto...

@ UPI

Non c'è di che.
Potresti fare la segretaria di te stessa, pagandoti il giusto, ovviamente! :D

Mario DF ha detto...

Purtroppo é facile da una parte cadere nella pigrizia di non voler spiegare razionalmente quello che vediamo e dall'altro non accettare l'esistenza di qualcosa che non possiamo spiegare con le categorie mentali che ci siamo fatti fino a quel momento.
Viviamo sempre in equilibrio fra questi due precipizi, e se cominciamo a rotolare dobbiamo essere in grado di fermarci fino a che siamo in tempo.
Ma credo che giá porsi queste domande sia un buon modo per restare quantomeno sul ciglio!

andrea.pontalti ha detto...

@ Mario

Già...
E io a volte soffro di vertigini!

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