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Un semplice diario di viaggio, per crescere. Passi di un cammino che vuole felicità e salvezza.

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martedì 21 ottobre 2008

Fuga n. 003

Gentile Nevio Manente,

"Il più delle volte, però, perdo tempo."

Questa frase mi ha colpito: mi si addice molto. Più che "fuga dall'ordinario", il mio ordinario è costellato di piccole fughe dalla realtà: disagio nel sentirmi così piccolo in un mondo che non mi somiglia; svogliatezza e disimpegno nell'affrontare le sfide e le difficoltà quotidiane per concretizzare le mie idee; paura della fatica e del sacrificio che occorrerebbero per rendere giustizia al grande dono che ho ricevuto, la mia vita. La perdita di tempo è segno distintivo di questa ignavia. Le piccole scappatoie quotidiane mi stordiscono (sfocatura) e mi lascio vivere come senz'anima. Gli occhi dell'Amore, Verità di Dio, (è la mia dolcissima Lei, promessa sposa, che ha scattato l'immagine) riescono a cogliere questa condizione di debolezza. Ora sto tentando di "rientrare", ovvero di riprendere la strada che fin da adolescente ho pianificato ma che sembra così difficile da praticare. Il blog piccolo-uomo vuole essere il diario di questo viaggio. Basta che non diventi anch'esso una mia fuga!

La foto non è realizzata appositamente per "UN UOMO CHE SCAPPA", ma era l'unica fuga già pronta che avevo da mandare per questa simpatica iniziativa!
Saluti,

Andrea

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sabato 4 ottobre 2008

Voglio Lei per sempre

Letizia... Sei perfetta!
Energia attraente: il tuo nome è la Felicità!
È per te che ho iniziato questi piccoli passi,
con te vorrei passare l'ormai prossima
Nostra Nuova Vita Insieme (¹).

Ricordo quando mi hai sedotto!
Le troppo poche volte che ti ho avuta
mi sono sentito onnipotente.
Possederti è fare l'Amore con Dio... (²)
Grazie a Lui sono libero di averti sempre.
Ti voglio ancora.

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(¹) Il Matrimonio mio e della mia dolcissima Lei.

(²) Espressione un po' forte? Perché seguire totalmente Cristo, riuscirci oltre i propri umani limiti, è realizzare l'Amore di Dio e perciò sentirsi in Comunione con Lui. Ciò dà una felicità immensa: gioia di Salvezza!



La povertà di vita di Francesco non è povertà di lettere. La riflessione che ci ha tramandato sulla Perfetta Letizia è infatti frutto di una meditazione profonda su almeno tre riferimenti biblici: il passo del prologo del Vangelo di Giovanni (1, 11); il passo della lettera di Giacomo (1, 2); il brano di san Paolo sulla Carità (1Cor 13, 1-13). Ma Francesco non è un intellettuale da scrivania, uno studioso da biblioteca: il suo ragionamento si dipana lungo la strada, segue il passo del suo cammino, viene dalla vita reale. Forse proprio per questo è più vero.

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venerdì 3 ottobre 2008

Nel dubbio, ragiono pesante o leggero?

Incredulità di San Tommaso
Michelangelo Merisi da Caravaggio

Lui mi prese la mano e toccai carne viva.
Aggrottai la fronte quando il mio dito arrivò
dove il mio cervello non avrebbe mai potuto,
ed entrando penetrai il Mistero.


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1. Strumenti per giudicare il vero e il falso
Da quando ho iniziato a scegliere da me, ricordo di esser sempre stato un convinto sostenitore del metodo scettico: il dubbio inteso come strumento per corroborare le proprie assunzioni esistenziali. Ritengo che tutto possa essere sottoposto più volte nella vita alla domanda di verità, giacché essa rende l'uomo più libero e da ciò non può venire alcun male per lui. Anche questioni precedentemente affrontate possono essere riprese e verificate, eventualmente giudicate diversamente. Il dubbio può risolversi con il giudizio o con l'astensione. Quest'ultima è sempre una sconfitta per l'uomo, a volte inevitabile, segno della sua limitatezza. Il punto cruciale sta invece nella scelta degli strumenti di giudizio. In molti casi la ragione può portare, anche con lunghi e difficile percorsi, ad un risultato sicuro, automatico. Altre volte invece essa non può portare da nessuna parte, tuttavia non sempre siamo consapevoli di ciò. La logica razionale non è il miglior strumento che l'uomo ha a disposizione, quantomeno non l'unico. Quando l'uomo non si accorge dei limiti della ragione, la sua scelta esclusiva lo può portare a una condanna peggiore dell'astensione di giudizio, ovvero una menzogna tanto clamorosa quanto non percepita. Esiste anche l'intuizione esistenziale, prodotta da una specie di intelligenza occulta nell'uomo di cui si conoscono solamente i verdetti ma non i percorsi, un'arma più potente (quando vera) e pericolosa (quando falsa) con cui l'uomo può affrontare la ricerca della verità. Con la ragione egli cammina, con l'intuizione può volare. Ma oggi nella ricerca della verità quest'ultima è svalutata.

2. L'uomo tecnologico si affida solo alle sue ragioni
Il tecnologismo, ovvero il fornire ai bisogni e alle domande dell'uomo solo risposte tecnologiche che appaiono nell'immediato adeguate, ottime, stupefacenti, porta allo scientismo e al materialismo. Non tutte quelle necessità possono essere materialmente soddisfatte. Non si può inserire un cubo in un buco tondo: il fatto di poter tappare oggi moltissimi dei nostri buchi quadrati ci confonde. Ma il Benessere non può essere solo quello materiale e l'uomo prima sta male, poi si perde per sempre. Dato infatti che la Tecnologia è il risvolto pratico della Scienza, la quale procede solo tramite la logica razionale (in verità gli scienziati spesso raggiungono con la ragione posti che hanno prima visitato con l'intuizione), allora va da sé che l'unica via di giudizio conveniente nel risolvere il dubbio è il superbo razionalismo scientifico. Il risultato è che l'uomo moderno vuole ancora cogliere il frutto...

3. Che fai tu, piccolo-uomo?
Amo la Scienza, lo dice anche il mio percorso di studi, e sono spesso sedotto dal ragionare a tutto campo. Ma quando nel dubbio anche la ragione non ha sponde su cui appoggiarsi, che bisogna fare? Tornare bambini affidando ad altri la propria esistenza mi pare un insulto al libero arbitrio tanto quanto l'astensione di giudizio. Forse ho bisogno non di una fiducia già depositata presso altri a prescindere (quindi non realmente data) perché altro non può essere, come è quella dei fanciulli, ma di un credito assicurato da quella fremente intuizione esistenziale che dà anche la Speranza della Verità. È una scommessa meditata su un misterioso sesto senso, di dignità pari alla ragione perché anch'esso innato nell'uomo: ci sono verità che non si possono dimostrare ma che si possono sentire. L'esempio è la giovane Maria, che visitata dall'Angelo giudica vero il Lieto Annuncio e acconsente per tutta la vita al Mistero, meditandolo senza ragionarlo. Un'umiltà della ragione che infine anche il Tommaso di Caravaggio impara, rinunciando all'indipendenza e lasciandosi condurre la mano, perché la Verità viene a prendere chi ha almeno il cuore disposto ad accoglierla. Mi dico allora: "Fai attenzione, piccolo-uomo: il tuo ragionamento esistenziale può essere pesante o leggero, la tua testa può essere un palloncino che vola in alto nel cielo o un'infelice palla al piede". Perché già mi è capitato più volte di fare il San Tommaso.

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